Verso un Sistema Urbano Sostenibile

L’apertura della superstrada Pedemontana Veneta innesca una catena di possibili aggiustamenti nella mobilità dell’Alto Vicentino.

Da un lato cambierà il sistema dei collegamenti stradali tra i singoli comuni e la nuova arteria, dall’altro si creano le condizioni per far nascere un sistema logistico più intelligente e sostenibile, che riduca l’impatto del traffico su gomma, sia per gli spostamenti delle persone che delle merci.

Il sistema urbano dell’Alto Vicentino sarà più strettamente collegato a centri come Arzignano e Montecchio Maggiore, piuttosto che Bassano del Grappa e Castelfranco Veneto, comuni che fino a ieri appartenevano a territori molto distanti. Questo cambiamento può essere paragonato alla nascita di un grande quartiere metropolitano, esteso da Montecchio Maggiore a Montebelluna.

Senza dubbio avrà un impatto positivo sul territorio, in termini di relazioni sociali e commerciali, ma deve essere regolato. Servono non soltanto con nuovi piani urbanistici per il traffico tradizionale, ma anche con nuovi servizi logistici e di trasporto, che migliorino le condizioni dei cittadini che non vogliono passare troppo tempo in auto. 

La Regione Veneto ha recentemente emanato un bando per finanziare innovazioni nella mobilità e nei servizi per la popolazione, denominato Sistemi Urbani Sostenibili. L’Alto Vicentino intende partecipare al progetto della Regione perché ritiene che una trasformazione metropolitana dell’area vasta pedemontana, possa dare grandi vantaggi. 

Naturalmente, tale trasformazione deve poter offrire tutti i vantaggi di un sistema metropolitano (velocità di collegamento all’interno del Veneto Centrale, anche con mezzi collettivi, aumento della qualità dei servizi, dell’offerta formativa e culturale, apertura internazionale, ecc…), ma limitare gli svantaggi (aumento della superficie costruita, congestione, traffico, inquinamento, insicurezza, ecc…).

Qui sta l’innovazione proposta dal progetto di sistema urbano sostenibile avanzata da alcuni comuni dell’Alto Vicentino, in collaborazione con la Fondazione Festari e alcuni dipartimenti universitari di Padova e Venezia.