Analisi 2016 sul turismo in Pedemontana Veneta e nel Veneto Centrale

Mappa Veneto con tematismi turismo

Due questioni, altrettanto importanti, vengono in mente quando si parla di Pedemontana Veneta: la superstrada Pedemontana Veneta e il turismo in Pedemontana Veneta.

I due argomenti sono fra loro strettamente correlati, dal momento che la superstrada a pagamento Pedemontana Veneta attraversa un territorio che, per buona parte, coincide con quello che, a livello di strategia regionale in ambito turistico, è definito come tematismo Pedemontana Veneta e Colli.

Contiguo a questo si sviluppa il tematismo Città d’Arte, Centri Storici, Città Murate e Sistemi Fortificati e Ville Venete, in giallo nella mappa.Mappa Veneto con tematismi turismo

La superstrada Pedemontana Veneta può quindi avere un impatto sulla logistica del territorio non solo per i settori dell’industria, dell’artigianato e del commercio, influendo sul trasporto di merci, ma anche sul turismo, agevolando la circolazione delle persone in un’area che ha già, di suo, una valenza turistica.

La Fondazione Palazzo Festari, in collaborazione con il CISET – Centro Internazionale Studi sull’Economia Turistica, ha iniziato un’analisi sul turismo in Pedemontana Veneta, definendo le aree di indagine secondo lo schema di Veneto Centrale di cui al suo Rapporto 2016 sull’andamento di occupazione e imprese nel Veneto Centrale.

È evidente come l’attrattività turistica del Veneto Centrale (inserita nell’uno o nell’altro dei due tematismi sopra indicati) sia ben diversa da quella della città di Venezia (maggior polo di attrazione per la Regione), o della zona costiera, di quella montana o lacuale. Tali zone sono identificate da loro specifici tematismi, che ne riflettono l’omogeneità in termini di strutture e di risorse turistiche (mare, lago, montagna, …).

Meno immediato appare attribuire al territorio del Veneto Centrale un elemento di attrattiva principale, su cui incentrare l’offerta turistica.

Questa eterogeneità di elementi di attrattiva (colline e fiumi, castelli e ville, città murate e santuari, …) non deve essere vista come un limite, ma anzi come un’opportunità per disegnare un’offerta turistica d’area più coerente con le esigenze della domanda e quindi più competitiva.

Qualsiasi analisi di una destinazione sotto il profilo turistico non può prescindere dai due elementi fondamentali che creano i flussi turistici, e cioè la domanda (di turismo) e l’offerta (di strutture ricettive). Il turista è infatti colui che, muovendosi dalla propria residenza verso una destinazione, passa almeno una notte fuori casa. La differenza con l’escursionista (che al contrario si muove in giornata) determina il maggior valore economico del turista, che si trova nella necessità di “spendere” sul territorio per mangiare e dormire.

Pertanto deve essere subito molto chiaro come la zona debba possedere:

risorse che attirino i turisti, ossia gli elementi di attrattiva;

strutture che accolgano questi turisti.

La valutazione degli elementi di attrattiva di un territorio deve tenere conto, ovviamente, di quanto il territorio può offrire in termini di caratteristiche morfologiche, clima, arte, storia, cultura. Ma bisogna sempre considerare, allo stesso livello se non ad un livello superiore di importanza, quello che il turista richiede.

Ultimamente si è assistito ad un incremento del turismo green. In Italia, si è avuto, dal 2014 al 2015, un aumento superiore al 13% del fatturato generato dalla vacanza “green e attiva”. Invece il segmento culturale più tradizionale in Italia ha registrato nel 2015 un +2,6% della spesa e dei pernottamenti, rappresentando già comunque il 57,7% del totale vacanza (dati CISET presentati nella XVI Conferenza CISET- Banca d’Italia “L’Italia e il turismo internazionale”, 22 aprile 2016).

I due fattori del “green” e della “cultura” potrebbero essere degli ottimi driver per incentivare i flussi turistici nel Veneto Centrale. In questa zona si potrebbe ben parlare di “turismo del paesaggio culturale“, secondo una definizione coniata da CISET e basata  proprio sul concetto di “paesaggio culturale”, ossia “una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle persone, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni” . Sempre secondo quanto analizzato da CISET, il “turismo del paesaggio culturale” ben si adatterebbe a molte zone del Veneto centrale.

La motivazione base che spinge il turista del paesaggio culturale è l’incontro con caratteristiche ambientali, socioeconomiche, culturali, che identificano e distinguono una determinata area. Il turista non si muove per fruire di un’unica risorsa (il mare, la montagna, …), per visitare una o più “attrazioni” (una chiesa, un monumento, un evento, …), ma per entrare in contatto con un ambiente e con i valori che questo trasmette.

Non a caso, una ricerca GFK del settembre 2015 identificava nella “qualità della vita” uno dei fattori predominanti che fanno apprezzare al turista straniero il suo soggiorno in Italia.

Per questo tipo di turismo non vi è la necessità di una offerta ricettiva (alberghi, B&b, agriturismi, appartamenti turistici, campeggi, …) concentrata. Anzi, la diffusione sul territorio, magari con strutture piccole e/o a conduzione familiare, può essere un modo per riqualificare il patrimonio immobiliare e/o per creare ulteriori redditi, anche solo integrativi.

Il turista apprezza tanto l’ambiente raccolto e familiare di un Bed & Breakfast (vedasi il successo di AirBnb – uno studio della Ryerson University di Toronto ha indicato nella “sensazione di essere a casa” uno dei motivi principali per scegliere un B&b), tanto l’accoglienza di classe di un hotel a 4-5 stelle (una ricerca dell’Oxford Economics Group per il GDS Amadeus afferma che nei prossimi dieci anni il tasso di cresca dei viaggi di lusso si prospetta essere del 6,2 per cento, quasi di un terzo superiore al resto del mondo dei viaggi, che è stimato del 4,8 per cento).

Senza contare che la vocazione manifatturiera del Veneto Centrale ancora movimenta un discreto numero di turisti business, che richiedono generalmente strutture di livello medio-alto, con buoni standard di sicurezza e servizi.

Il turismo in Pedemontana Veneta può quindi diventare un ottimo fattore di ripresa e di crescita, se inserito nell’ottica di programmazione territoriale e, soprattutto, se sviluppato sulla base delle reali esigenze e richieste dei turisti, siano essi turisti per vacanza o per business. Per questo è sorta l’OGD Pedemontana Veneta e Colli, l’organismo di riferimento per la valorizzazione e la promozione delle numerose risorse turistiche della zona.

La ricerca che Fondazione Palazzo Festari, in collaborazione con il CISET – Centro Internazionale Studi sull’Economia Turistica, sta portando avanti sul turismo in Pedemontana Veneta potrà essere ulteriormente approfondita su contesti locali, comunali o provinciali.