Una finestra sul turismo: il punto di vista di un’agenzia viaggi dell’Alto Vicentino

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Il turismo in Pedemontana Veneta e Colli, e nell’Alto Vicentino in particolare, non si esprime solo nell’accoglienza che le strutture ricettive possono offrire, ma anche nella programmazione che le agenzie incoming del territorio possono creare e promuovere.Astico_turismo_incoming

Abbiamo chiesto ad Alessandro Corà (della Corà Viaggi, un’agenzia di viaggi di consolidata esperienza, da poco trasferita nella nuova sede di Via Santa Rosa n. 44 a Thiene) di farci un quadro della situazione.

FF – Vediamo innanzitutto che siete aperti.

AC – In realtà non abbiamo mai chiuso completamente, perché, oltre all’attività di agenzia di viaggi abbiamo anche quella di noleggio con conducente e, seppur in numero ridottissimo rispetto ai nostri standard, abbiamo lavorato anche ad aprile e a maggio.

FF – Quindi quali sono le vostre attività?

AC – Si dividono tra l’agenzia viaggi tradizionale, il classico outgoing da catalogo di tour operator, e il noleggio con conducente. Utilizzando i nostri mezzi facciamo anche programmazione, creando itinerari raggiungibili in pullman. E ci occupiamo, o meglio, dato il periodo, dovrei dire ci siamo occupati, anche di incoming per gruppi di viaggiatori business di imprese del territorio.

FF – Lavorate molto con le imprese dell’Alto Vicentino?   

AC – L’80% dell’NCC è richiesto dalle aziende, che ci chiedono professionalità e flessibilità. Per questo abbiamo lavorato anche quando tutti erano fermi. Anche se la perdita, in questo caso, è del 95-99%, rispetto ai numeri che avevamo prima. E non abbiamo neppure alcuna previsione concreta di quando questa attività riprenderà a pieno regime. Tutto dipende da come si “muove” il contagio, lo vediamo anche nella programmazione e nell’outgoing.

FF – In che senso?

AC – Nel senso che non riusciamo a prevedere oltre le 2 settimane. Per questo adesso siamo concentrati solo sull’Italia e creiamo itinerari “facili”, che sia possibile ripetere, ma anche cancellare all’ultimo minuto se ci fosse un focolaio che ci impedisce di raggiungere quella meta.
Con dei problemi da non sottovalutare: intanto l’Italia è una destinazione costosa e, se la pensiamo come destinazione balneare o per le attività all’aperto, è vendibile solo fino a settembre, massimo ottobre.

FF – Ma i Vicentini hanno voglia di muoversi, di fare vacanza?

AC – La voglia c’è, e infatti cominciamo ad avere di nuovo clienti che ci chiamano e ci chiedono preventivi. Ma rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, abbiamo il 90% di prenotazioni in meno. I problemi che riscontriamo noi sono tre: la paura del contagio, soprattutto in destinazioni fuori dall’Italia, e magari il conseguente rischio di dover fare la quarantena al rientro; i problemi economici; e il fatto di aver “utilizzato” le ferie durante il lockdown, per cui i giorni a disposizione per la vacanza si sono ridotti.

FF – Vi chiedono di utilizzare anche il bonus vacanza?

AC – Finora ce lo ha chiesto solo una cliente, e noi abbiamo girato la richiesta al tour operator, perché non tutti lo accettano. Credo che con il bonus vacanza abbiano sbagliato: non servono crediti d’imposta, ma liquidità. I soldi che io incasso da una pratica, li devo trasferire al tour operator, da cui ricevo una commissione. Se lavoro poco ho poche commissioni, ma ho comunque costi legati alle utenze, e magari anche un affitto, quindi ho bisogno di liquidità, non di un credito che posso utilizzare il mese dopo. Sì, posso cederlo a un istituto di credito, ma devo comunque contattare la banca, fare delle pratiche…

FF – Cosa sarebbe stato preferibile?

AC – Dei contributi a fondo perduto, che ci permettessero di affrontare subito le spese che comunque dobbiamo sostenere. E il prolungamento della Cassa Integrazione.

FF – Tornando alla vostra programmazione, vedo che proponete, ad esempio, l’Alto Adige. È più difficile proporre l’Alto Vicentino o la Pedemontana Veneta? Mancano elementi di attrattiva “forti”?

AC – No, credo che gli elementi di attrattiva ci siano: solo per parlare della zona di Thiene abbiamo il Castello, o Villa Godi Malinverni, nonché ottime cantine. Quello che manca è la voglia e la capacità di “fare rete”, di collaborare tra imprese turistiche. C’è ancora la mentalità che, condividendo informazioni, l’altro ti possa “rubare il cliente”. Ma ormai è tutto in rete, al cliente basta alzare il telefono e, se vuole, bypassa qualsiasi intermediario. Mentre, se si lavora insieme, si crea qualcosa che aumenta di valore, e diventa magari ripetibile nel tempo, generando non “soldi subito”, ma una ricchezza continuativa che arricchisce tutto il territorio. Bisogna investire, accettare anche di avere qualche perdita, per ottenere dei ritorni futuri.

Insomma, bisogna avere una mentalità imprenditoriale, perché il turismo è uno dei comparti economici su cui si gioca la ripresa dell’Italia.